Il ritorno a scuola e gli opposti reclami: non si può chiedere tutto e il suo contrario, con una pandemia in atto
- Scuole Università
Sciopero degli studenti, in conseguenza, prese di posizione dei docenti. Come la lettera di un folto gruppo di essi indirizzata al direttore de “IlVaglio.it” (leggi).
Fra genitori a favore e contro, docenti a favore e contro, studenti a favore e contro, istituzioni a favore e contro, l'opinione pubblica è disorientata.
Se le scuole sono sicure, ebbene è giusto tenerle aperte: inutile richiedere pertanto canali 'riservati' per la tutela dei docenti (e non solo), vaccinandoli. Giungerà il loro turno, come per tutti.
Se le scuole non sono sicure perché non esistono condizioni di diffusa garanzia per l'affermazione di tale concetto di sicurezza, ebbene è giusto che le scuole rimangano chiuse e si privilegi la didattica a distanza: nell’interesse di chi va in classe e di tutta la comunità, nella quale dopo le lezioni i frequentanti fanno ritorno.
Se le condizioni di garanzia devono essere necessariamente assicurate, sul presupposto che i comportamenti precedenti e successivi la giornata scolastica di tutti i partecipanti alla stessa siano improntati al massimo rispetto delle regole per ridurre/evitare il contagio, qualcuno sostiene che non si comprende perché la richiesta dei docenti firmatari non sia emersa quando – per esempio - le loro colleghe/i della scuola d'infanzia e primaria sono rientrati (qualcuno da qualche giorno, altri da ben prima) per Ordinanza in classe.
Se infine si vogliono coniugare rifiuto della didattica a distanza, presenza fisica, efficienza nei trasporti, rispetto delle misure di sicurezza, vaccinazione assicurata, eccetera... ebbene è da ricordare il proverbio ignorato delle proteste che sbucano da ogni dove, e non solo per la scuola: “non si può voler mingere e al tempo stesso andare in carrozza”.